1) CAPPELLA DEL SANTISSIMO
Crocifisso Ligneo del Cinquecento
Posizionato all’interno di una pregevole ancona, il crocifisso è stato oggetto di un meticoloso restauro, per rimuovere vari strati di pittura che ne avevano alterato l’aspetto originario. Grazie a questo intervento, oggi possiamo ammirare un’opera di pregevole fattura e maestria d’intaglio: il soggetto si presenta con il volto reclinato sulla spalla destra, gli occhi in vetro e la bocca socchiusi e il viso incorniciato da barba e una capigliatura riccioluta, alla cui sommità vi è posta una corona di spine. Il busto mette in evidenza muscoli e costole, ed è caratterizzato da una profonda ferita sul costato. Braccia e gambe, anch’esse ben definite, sono inchiodate ad una croce in legno di pero. Questo crocifisso è ancor oggi molto importante per la comunità pievana, ad esso sono infatti attribuiti alcuni eventi miracolosi e la sagra paesana che si svolge nella prima metà di settembre.
Reliquia di san Giovanni Paolo II
Donata nell’agosto 2018 da monsignor Mieczyslaw Mokrzycki, arcivescovo metropolita dei Latini e segretario di Karol Wojtyla. Si tratta di un frammento dei capelli del pontefice inserito in una piccola raffigurazione in metallo che rappresenta Papa Giovanni Paolo II e posizionata in uno spazio ricavato vicino al crocifisso nella cappella del Santissimo.
2) ORGANO SERASSI
Posizionato al secondo piano, affacciato sulla cappella del Santissimo, vi è l’organo realizzato nel 1867 dalla ditta dei Fratelli Serassi, un’antica bottega originaria di Bergamo nota in tutta Italia per la qualità e la magnificenza delle proprie creazioni.
Qui è collocata la scultura di Guido Mazzoni, artista modenese attivo in Italia e in Francia nella seconda metà del ‘400 e stimato come il più grande scultore emiliano del tempo. L’opera, una terracotta policroma, è molto interessante sotto il profilo artistico: i due volti (la Vergine e il Bambino) sono di grande effetto, nello stile di forte espressività dell’artista.
4) FONTE BATTESIMALE
Di forma ottagonale e scolpita in un blocco di marmo rosso di Verona, questa vasca è particolarmente antica. La sua costruzione segna il passaggio della chiesa da “cappella” a “pieve”, in quanto solo le chiese di maggior rango potevano avere un fonte battesimale al loro interno.
COLONNE CON FRAMMENTI DI AFFRESCHI
Anticamente le navate erano ricche di affreschi che oggi possiamo solo immaginare. Nel periodo della peste, XVII secolo, le pareti furono per la maggior parte scalpellate così da eliminare quelli che allora erano ritenuti possibili ricettacoli del morbo. Gli unici frammenti rimasti sono stati oggetto di restauro, tra questi vi sono:
Nella navata sinistra:
- San Bernardino da Siena con un devoto in preghiera ;
- Madonna addolorata con Gesù in grembo attorniata da angeli che reggono un lenzuolo.
Nella navata destra:
- Madonna con un angelo;
- Testa di Vescovo;
- Testa di Santo con la barba.
ESTERNO E RESTAURI
Tra il 1927 e il 1931 l’edificio è stato oggetto di vari interventi mirati a ripristinare l’antica forma romanica, con la totale asportazione delle aggiunte accumulatesi nei secoli e che ne avevano completamente stravolto l’identità di stile. Si ricordano infatti i restauri compiuti nel 1753 con la trasformazione in stile barocco degli interni, seguiti poi nel 1846-47 dalla ristrutturazione della facciata secondo i dettami dello stile gotico. L’unica parte rimasta a testimonianza del più antico edificio pare essere l’abside centrale che riporta sulla sua base esterna l’iscrizione dataria “MCX”.
Durante gli ultimi lavori di inizio novecento sono emersi reperti archeologici di età romana, tra cui alcuni mattoni manubriati che sono poi stati inseriti nel perimetro esterno della chiesa, insieme ad alcune formelle di epoca successiva, rappresentanti grifoni e altri animali fantastici.
Anche il campanile ha subito molte modifiche nel corso degli anni fino agli ultimi rimaneggiamenti settecenteschi, che hanno visto l’aggiunta dell’orologio.
Ph. Fausto Franzosi