La via rialzata, sul lato della piazza di fronte al Palazzo Ducale, è testimonianza di parte dell’antico borgo medievale. Congiungeva l’antica rocca, collocata dove ora sorge la torre civica, al borgo ed era, in origine, argine di contenimento del fiume. A nord della stessa via era il ghetto ebraico con la Sinagoga, ancora presente, ma adibita ad uso privato. Lungo corso Garibaldi si incontrano la Chiesa di Santa Croce e la Biblioteca Maldotti.
BIBLIOTECA MALDOTTI
Sorge sull’area già occupata dalla Chiesa di S. Luigi dei Padri Gesuiti e viene aperta al pubblico nel 1817 grazie al lascito dell’Abate Maldotti. Alla sua morte, avvenuta nel 1801, Marcantonio Maldotti aveva lasciato con testamento pubblico “…a comodo e vantaggio pubblico degli abitanti di questa Città e Diocesi di Guastalla…” il suo patrimonio librario consistente in circa 5000 volumi ed una dotazione per accrescerlo ed amministrarlo. Oggi la biblioteca raccoglie antichi manoscritti, oltre 100.000 volumi, tra cui 24 incunaboli e più di 1500 cinquecentine, una raccolta di monete e medaglie dal periodo romano all’epoca gonzaghesca. Ospita, inoltre, un’interessante quadreria in cui spiccano tele di Luca Ferrari, Giuseppe Bazzani, Giorgio Anselmi, Antonio Gualdi.
Per saperne di più: www.bibliotecamaldotti.it
CHIESA DI SANTA CROCE
Si affaccia su corso Garibaldi, perfettamente inserita nella struttura dei portici. E’ cosi denominata perché conserva una reliquia della Croce portata da Mantova nel XVI secolo. Popolarmente è conosciuta come “chiesa della morte”, un nome inquietante derivatole dal fatto che ospitava la Confraternita della Buona Morte, la quale aveva il compito di confortare e accompagnare i condannati al patibolo. Al suo interno troviamo due statue di legno policromo del sec. XVII raffiguranti la Madonna del Pianto e la Madonna dell’Aiuto. La Chiesa poggia su un precedente edificio religioso medievale di grande fascino, che è possibile visitare entrando dalla zona absidale.
PALAZZO FRACASSI
Palazzo Fracassi è sorto attraverso una trasformazione tipica delle residenze nobili guastallesi. Le sue caratteristiche dimensionali fanno presumere che nel Seicento sia avvenuto l’accorpamento di due case preesistenti, forse databili al XVI secolo. Una casa a schiera classica con fronte di 16 braccia, pari a metri 8,69, e una residenza dal fronte più stretto, 10 braccia pari a metri 5,43. Tuttavia ciò che caratterizzò questo edificio nei secoli fu la serie di funzioni pubbliche che esso fu chiamato ad ospitare. Un esponente della famiglia proprietaria, Don Sante Fracassi, con un lascito del 1719 aveva dato vita ad uno dei primi orfanotrofi che si aprirono a Guastalla, un ospizio conservatorio di zitelle native della città che trent’anni più tardi avrebbe chiuso i battenti per problemi di natura economica. Ma il catasto delle case e dei fabbricati della Città di Guastalla eseguito nel 1804 censì l’edificio quale luogo pio di orfane dette del Crocefisso. Qualche decennio più tardi, la pianta della città di Guastalla di Evangelista Azzi (1832) ne conferma la destinazione ad orfanotrofio con denominazione Benatti Bertoluzzi e Fracassi. Nel Novecento al suo interno trovò sede la Pretura di Guastalla pur permanendo la proprietà dell’immobile alle Opere Pie, nate dalla fusione dei preesistenti orfanotrofi maschili e femminili. A testimonianza della complessa evoluzione di questo edificio nei secoli, resta, inoltre, l’affresco della Crocefissione emerso durante i lavori di restauro.