Teatro Ruggeri

IL TEATRO E LA SUA STORIA

Intorno al 1670 Ferdinando Gonzaga, Duca di Guastalla, espresse la volontà di far erigere un Teatro nella Piazza della Rocca: furono poste le fondamenta, ma non si diede avvio ai lavori di costruzione poiché era stata scelta, nel frattempo, una diversa collocazione per l’edificio teatrale.

Fu Antonio Vasconi a progettarne le linee architettoniche in occasione delle nozze di Ferdinando Carlo e Anna Isabella figlia del Duca di Guastalla. I lavori di costruzione iniziarono nel 1671 per volere del Duca Ferrante III. Già sul finire del secolo XVIII il Teatro risultava pericolante, ma solo nel 1813 ebbero inizio i lavori di ripristino affidati all’Architetto Antonio Paglia: l’inaugurazione ebbe luogo nel novembre del 1814, in occasione della Fiera di Santa Caterina.

Ancora oggi, la struttura conserva di quel periodo la facciata e la pianta ad “U”. Ristrutturato più volte a causa degli incendi, nell’Ottocento fu creata l’attuale configurazione a tre ordini di palchi più il loggione. Negli scorsi anni Ottanta fu restaurato in modo apprezzabile rendendolo uno dei luoghi di spettacolo più accoglienti della Regione. Il teatro è intitolato a Ruggero Ruggeri (1871-1953). Il grande attore aveva la madre originaria di Guastalla e spessissimo passava le estati in questi territori; più volte calcò il palcoscenico del teatro con memorabili interpretazioni. La comunità volle assegnargli la cittadinanza onoraria nel 1926 e dedicargli il Teatro.

Giovan Battista Benamati nella sua Istoria della Città di Guastalla, pubblicata a Parma nel 1674, ricorda che per le nozze dell’erede del Signore della Città, Anna Isabella, con Carlo Ferdinando di Mantova, nell’aprile del 1671, si sarebbe dato inizio alla costruzione di un edificio teatrale pubblico “a spese di persone particolari, che volontariamente vi concorsero, e in pochi anni è stato ridotto a tale perfezione, con quattro ordini di palchi secondo il modello d’Antonio Vasconi” (G.B.Benamati, 1674, pp. 108-109).

Si decise di non costruire nella Piazza della Rocca dove esistevano ancora le prime opere di un vecchio progetto di teatro pubblico. Il nuovo Teatro sorse, invece, lungo una delle vie principali e “il Duca ha con un suo decreto […] ordinato che detto luogo non possa mai essere ad altro uso convertito” (G.B. Benamati, 1674, pp. 108-109). Ai cittadini sottoscrittori vennero assegnati i posti in Teatro e vennero pure nominati tre sovrintendenti che dovevano garantire la funzionalità del Teatro. È stato sottolineato (Calore, 1985, p. 302) che la gestione accademica e la partecipazione dei privati cittadini indicavano che erano già in atto iniziative indipendenti dalla corte definitivamente accettate nel 1706, quando vennero redatti i 18 capitoli che dovevano chiarire i rapporti tra il Teatro e l’Accademia degli Oziosi di Napoli e che prevedevano sistemi di autofinanziamento e scambi teatrali. L’impegno civile e culturale che ruotava intorno alla macchina organizzativa mostrano che il Teatro non era più un intrattenimento cortigiano e che i duchi erano solo degli spettatori di riguardo (Calore, 1985, p.303). Dopo due anni di lavori dedicati al ripristino delle strutture dell’edificio e alla decorazione affidata a Antonio Paglia e Ferdinando Cardinali, il Teatro che da almeno un ventennio era inagibile e pericolante, fu nuovamente inaugurato nel 1814.

Un moderno restauro avvenuto nel 1965 ha eliminato l’aspetto ottocentesco, distruggendo i vecchi palchetti in legno e sostituendoli con una balaustra che nei primi tre ordini ha dei divisori. Rimangono solo i fregi del boccascena, un tendone rosso nell’atrio, la splendida decorazione affrescata del soffitto della cavea e dell’atrio (Bondoni, p. 194). La semplice facciata invece ha conservato l’originale aspetto seicentesco con l’ingresso al centro, un timpano nella sommità e tre grandi finestre al primo piano sormontate da altorilievi ottocenteschi con ritratti.

Il Teatro è uno dei 10 più antichi d’Italia e, attualmente, è funzionante ed ospita rappresentazioni di prosa, opera lirica, musica sinfonica e da camera, operetta, balletto, commedia dialettale, saggi e conferenze.

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