Concattedrale di San Pietro Apostolo

La realizzazione della Chiesa Maggiore di Guastalla prese avvio nel maggio 1569 in base al progetto che Cesare Gonzaga che aveva affidato Francesco Capriani da Volterra.
Questi aveva scelto di realizzare la nuova chiesa sulla piazza maggiore, modificando l’assetto urbano ideato anni prima da Domenico Giunti che, nel dare a Guastalla un assetto a struttura centrale, aveva previsto la futura chiesa all’incrocio dei suoi assi viari principali.

Cesare I Gonzaga

La nuova ubicazione dell’edificio religioso era destinata a modificare l’impianto della città, fino a fare della Chiesa Maggiore l’elemento cardine della forma urbana della capitale gonzaghesca. Il modello architettonico utilizzato fu quello della chiesa a navata unica con cappelle passanti e copertura a botte, che diverrà l’impianto più diffuso nell’età della Controriforma.

Il 20 febbraio 1575, prima domenica di Quaresima, il cardinale Carlo Borromeo, cognato di Cesare Gonzaga, consacrò la chiesa a cui fece dono delle reliquie dei santi Pietro e Paolo. Ma in quella stessa occasione si svolsero le esequie di Cesare, scomparso appena tre giorni prima.

Le opere di completamento si protrassero tuttavia per alcuni anni sotto la direzione di Pompeo Pedemonte, ma la facciata giunse a compimento solo nel 1619 allorchè venne posto in opera, nella nicchia centrale, il gruppo scultoreo della Beata Vergine del Popolo. Nel 1653 l’apertura di un arco di collegamento tra la navata centrale e l’antico Oratorio di San Carlo diede avvio alla realizzazione della Cappella del Santissimo Sacramento, opera barocca di grande pregio, progettata dall’architetto Antonio Vasconi. Gli spicchi della cupola vennero poi decorate dagli affreschi realizzati da Giovanni Battista Bolognini, allievo di Guido Reni. I lavori terminarono il 31 luglio 1671.

Facciata

Ma fu nel corso del Settecento che la chiesa cambiò il proprio aspetto, assumendo un’immagine più vicina a quella odierna: nel 1716 vennero progettate e realizzate le nuove torri campanarie. Due anni più tardi venne invece demolito il coro per renderlo “più lungo e più largo”, secondo il disegno dell’ingegnere Abondio Bolla, parmigiano. Il 24 dicembre 1784 fu consacrato il nuovo altare maggiore, di gusto raffinatissimo nelle forme e nella decorazione; era stato ideato da Giovan Battista Fattori, realizzato dal tagliapietre Giovanni Rossi e decorato dall’indoratore Angelo Bondenari.

Nel 1841 nella chiesa ormai eretta a Cattedrale, si intrapresero importanti interventi progettati dall’’architetto Rizzardi Polini di Parma che progettò il rifacimento di cornicione, capitelli e cornici delle arcate, nonché la realizzazione del cassettonato a stucco per la cupola e per l’abside. In quell’occasione il pavimento venne abbassato e si tolsero tutti i sepolcri presenti, tranne quello della duchessa Teodora d’Assia Darmstadt, vedova del duca Antonio Ferdinando Gonzaga.
Nel 1946, l’ultimo intervento sistematico progettato dall’ingegnere Alberto Paglia portò alla realizzazione della gradinata in marmo che collega la navata centrale e il presbiterio.
Dopo di allora, solo piccoli aggiustamenti ne hanno caratterizzato l’assetto interno ed esterno, sul quale oggi si è innestato l’intervento di restauro messo in opera fra il 2011 e il 2016.

VISITA AGLI INTERNI

Primo Altare di destra : Altare del Fonte Battesimale

Nel 1653 il fonte Battesimale venne spostato dalla sua posizione originaria per collocarlo nella prima cappella di destra sostituendo quello dedicato a S. Vinoco protettore dell’Arte dei Fornari e Molinari. L’altare fu oggetto di numerosi interventi di restauro; l’attuale impianto è opera di Rizzardi Pollini e rientra tra gli interventi realizzati tra il 1841 e il 1844. Gli angeli collocati a coronamento dell’ancona sono un’aggiunta novecentesca dell’artista guastallese Mozzali. La Pala d’altare raffigura il “Battesimo di Cristo” eseguita tra il 1851 e il 1852 dal pittore guastallese Antonio Gualdi.

Primo Altare di sinistra: Altare di S. Francesco

Inizialmente dedicato a S. Bartolomeo, l’altare venne successivamente dedicato a S. Francesco patrono di Guastalla; la Pala d’Altare raffigura il “Santo che riceve le stimmate”, opera del Cigoli. L’ancona venne rifatta durante i lavori di restauro ottocenteschi, e nel Novecento vennero aggiunti gli angeli a coronamento del frontone, ad opera dell’artista guastallese Andrea Mozzali. Nella nicchia a sinistra della porta di ingresso della Concattedrale è collocato l’altare dedicato a Padre Lorenzo da Zibello, frate cappuccino vissuto a Guastalla tra il 1723 e il 1781.

Secondo Altare di destra:Altare del Sacro Cuore

L’altare era inizialmente dedicato a S. Caterina, patrona di Guastalla e qui era collocata una pala dipinta da Bernardino Campi, oggi perduta. Nel 1636 vennero raccolte elemosine per erigere un altare dedicato a S. Giuseppe per l’Arte dei Falegnami, poi sostituita dalla statua del Sacro Cuore. In ricordo dell’antica dedicazione alla Santa permane un quadro collocato sopra la statua. L’altare venne rifatto nel XVIII secolo.

Secondo Altare di sinistra: Altare della Madonna del Castello

La statua mariana in cedro con manto in argento, originariamente priva del Bambino aggiunto nel XVII secolo, fu sempre un’immagine devozionale per il popolo guastallese e venne qui collocata nel 1817 come richiesta di intercessione per liberare la popolazione dal flagello di una malattia contagiosa che affliggeva la città. Il manto in argento si ritiene sia stato donato dalla famiglia Gonzaga nel XVII secolo.

Catino della Cupola

La cupola, che in origine presentava superfici lisce e non decorate, fu oggetto di importanti restauri ottocenteschi di gusto Neoclassico. Le superfici furono decorate con motivi a cassettoni in stucco e rose per generare una maggior profondità. Vennero realizzate finestre di forma circolare sulle superfici del tamburo in sostituzione di quelle precedenti di forma quadrata, e i pennacchi furono decorati con cartelle in chiaroscuro di gusto baroccheggiante. Risalgono agli anni ’60 del XX secolo gli interventi di lumeggiatura ad oro.

Nel transetto a destra: Altare della Madonna del Rosario

L’altare, originariamente dedicato alla famiglia Gonzaga, è oggi dedicato alla Madonna del Rosario. Risale al 1655 la primitiva statua in legno della Madonna del Rosario commissionata da Margherita d’Este, sostituita da quella attuale di epoca ottocentesca, contornata da tondi che la incorniciano attribuiti a Felice Araldi di Viadana raffiguranti i misteri del Rosario. L’ancona è frutto degli interventi ottocenteschi ad opera di Rizzardi Pollini. A sinistra dell’altare venne collocata nel 1773 una lapide in memoria dell’impegno profuso dalla Duchessa Teodora per la chiesa guastallese. Durante i lavori di restauro, a fianco dell’altare, sono emerse due nicchie con statue a grandezza quasi naturale che, probabilmente, raffigurano due profeti che facevano parte dell’Altare seicentesco dei Gonzaga: uno è acefalo; all’altro invece, mancano soltanto le parti terminali delle braccia. Le nicchie presentano un catino a conchiglia con tracce di doratura.

Nel transetto a sinistra: Altare della Madonna delle Grazie

Nel 1575 Cesare Gonzaga, il fondatore della chiesa, venne sepolto in questo altare; venne rifatto in scagliola nel 1788 da Giovanni Fattori e sostituito il basamento con gradini in marmo rosso. L’altare attuale, di gusto neoclassico, venne realizzato su disegno di Rizzardi Pollini nel XIX secolo, uniformandosi con l’apparato decorativo della Chiesa. La statua raffigurante la Beata Vergine è un raro esempio in Emilia di scultura in cartapesta di fattura così raffinata.

Altare maggiore

L’altare maggiore, tra le opere più pregevoli conservate nella Concattedrale, venne realizzato in base al disegno raffinatissimo di Giovan Battista Fattori. La pregevole opera di gusto neoclassico, venne donata alla Concattedrale da parte dell’Abate Francesco Tirelli, e consacrata il 24 dicembre 1784.

Catino absidale: statue dei Santi Pietro e Paolo

Le statue dei Santi Pietro e Paolo, collocate nelle nicchie del catino absidale, sono opere in gesso raffiguranti l’Apostolo Pietro – al quale è dedicata la Concattedrale – con le chiavi e l’Apostolo Paolo, raffigurato con la spada.

Coro ligneo

Il coro ligneo in noce, composto da due file di scranni, fu intagliato da artisti viadanesi nel 1655 e riadattato nel 1718 in occasione dell’ampliamento del coro. E’ un’opera pregevole di intaglio, destinata ai prelati e ai cantori per lo svolgimento della liturgia.

Decorazioni della Cappella del SS. Sacramento

Le superfici pittoriche della Cappella, risalenti alla metà del XVII secolo e attribuite a Giovan Battista Bolognini, allievo di Guido Reni, sono interamente decorate con stucchi bianchi e dorati, realizzati ad opera dello stuccatore Giuseppe Verda: cherubini, festoni, cartocci si susseguono nelle pareti e sulla calotta della cupola divisa in otto spicchi da una corona circolare, decorata con i colori squillanti degli affreschi. Il visitatore che si affaccia sulla soglia dell’edificio deve volgere gli occhi verso l’alto per ammirare il sorprendente gioco di chiaroscuri delle superfici, in una decorazione che riveste completamente la cupola, dando origine ad uno sfarzo molto lontano dalle linee severe della Concattedrale.

Altare Privilegiato della Cappella del Santissimo Sacramento

La riscoperta di un affresco, durante gli ultimi lavori di restauro, celato da una decorazione successiva risalente alla metà del XVII secolo e attribuibile a Giovan Battista Bolognini, costituisce un’importante riscoperta poiché si tratta di un’opera di notevole importanza artistica. L’affresco, collocato sopra la Pala d’Altare, raffigura “Dio Padre contornato da Angeli”: la figura del Padre –  Alfa e Omega, principio e fine –è contornata da una schiera di figure celesti. Probabilmente si tratta di una più ampia decorazione dell’altare principale della Cappella andata perduta e costituisce, insieme al decoro pittorico della cupola, un prezioso lascito dell’artista, che qui ha operato a partire dal 1670 dimostrando grande abilità artistica.

Cappella di sinistra : Cappella del Compianto sul Cristo Morto

Nel 1672 venne eretto nella cappella il S. Sepolcro e collocato alla destra dell’altare privilegiato per volere del Conte Matteo Quinziani. Venne riadattato, nel 1863 con l’aggiunta di una lanterna e la sostituzione delle statue; le decorazioni della cappella furono realizzate, da maestranze locali, in finto stucco di gusto neogotico inglese, quasi a ricordare una trama in ferro battuto. Il Compianto sul Cristo Morto, è un gruppo di quattro statue policrome, raffigurante la deposizione di Gesù dalla croce, al centro, circondato dalle Pie donne disposte a semicerchio in modo da creare una composizione teatrale

Altare di sinistra: Tomba dei Vescovi della Diocesi Guastallese

Risale al 1683 l’altare, oggi convertito a sepolcro dei Vescovi della Diocesi Guastallese. Eretto il 28 settembre 1683 e dedicato alle Anime del Purgatorio, venne successivamente riconvertito per ospitare la tomba dei membri del Capitolo, dedicata successivamente ai vescovi della Diocesi Guastallese. Le superfici delle pareti sono state arricchite con l’aggiunta degli angeli in bassorilievo, posti al disopra della Cappella dei Vescovi, dall’artista guastallese Andrea Mozzali.

Sagrestia Nuova della Cappella del Santissimo Sacramento

Le decorazioni del soffitto e delle pareti della Sagrestia Nuova della Compagnia del Santissimo Sacramento, celate da molto tempo, sono riemerse nel loro antico splendore. L’ambiente, costruito dopo gli importanti lavori che ne hanno definito nuova forma della Cappella, presenta una decorazione a festoni e, al centro del soffitto, vi è posta l’immagine del Santissimo Sacramento contornata da una schiera di angeli.

Nella Controfacciata: Organo Serassi

Sulla cantoria della controfacciata, è collocato un pregevole organo a canne, realizzato tra il 1790 e il 1794 da Giuseppe Serassi, della celebre famiglia di organari di Bergamo; strumento di straordinario interesse sia per l’epoca di realizzazione, sia per dimensioni e caratteristiche sonore accentuate dalla conformazioni dell’edificio religioso. La balaustra è riccamente decorata con cherubini e strumenti musicali in gesso ed oro in linea con il gusto neoclassico della metà dell’ottocento.