Palazzo Ducale

5. Corte e Ministeri – XVIII secolo

Tra 1692 e 1746 tutto in Guastalla e a Palazzo Ducale si adeguò al nuovo rango. La Corte impiegava 250 addetti, l’Esercito ducale 1500 militari, il Ministero si strutturò in vari dicasteri, la Ferma generale, in appalto ai banchieri Sartoretti, assicurò una esazione fiscale capillare. I conti Torresini e Vatielli a Vienna e Venezia, il cavalier Borio a Parigi, il marchese De Rosa a Napoli, l’abate Rossi a Roma, il cavalier Giraldi a Londra, il conte di Spilimbergo inviato speciale furono i principali diplomatici dei duchi di Guastalla. La Cancelleria corrispondeva in cinque lingue, Guastalla era meta costante degli ambasciatori di Potenze e Stati minori. Il Palazzo Ducale e l’annesso palazzo della Racchetta costituivano un insieme di saloni, gallerie, anticamere, appartamenti, cortili e giardini, scuderie, rimesse, depositi, oltre a Teatro e Cavallerizza, che nulla invidiava alle altre Corti italiane. La villa sul Po e il giardino suburbano, i palazzi e giardini di Reggiolo, Bozzolo, Sabbioneta, Pomponesco, San Martino dall’Argine costituivano un insieme in certo modo paragonabile al sistema delle Residenze reali sabaude e granducali medicee. “L’essere il detto Duca in concetto di danaroso (e tale effettivamente io lo credo per il suo vivere)”, testimonianza data dall’abate Giardini, ambasciatore di Modena in Venezia e riferita a Vincenzo nel 1704, è illuminante. Guastalla fu, in tutto e per tutto, una vera e propria capitale.